La cosa potrebbe esser poco incoraggiante, ma i laureati italiani non sono i soli che, dopo anni di studi e magari diverse specializzazioni, devono accontentarsi di un lavoro modesto che nulla centra con il percorso formativo svolto. Alcuni obietteranno sul fatto che nel nostro Paese avere un lavoro è di per se un’utopia, pertanto non è più moralmente ammissibile far troppo gli schizzinosi. Comunque sia non vogliamo occuparci in questa rubrica “leggera” di un argomento così delicato e serio.
Vi parleremo piuttosto di quanto sta accadendo in Cina dove, oltre 500 brillanti laureati, qualche mese fa, hanno preso parte ad un concorso che offriva a sei di loro un contratto quinquennale come “raccoglitore di escrementi”. I “fortunati” vincitori del concorso, quattro uomini e due donne, dovranno percorrere le strade cittadine e ripulirle dai rifiuti organici. Uno dei giovani vincitori del bando, nonostante l’impegno e la buona volontà, ha comunque dovuto prematuramente abbandonare il posto. Dopo appena una settimana di prova, infatti, ha lamentato gravi problemi alle narici: evidentemente gli escrementi da raccogliere non erano poi così pochi.
La nomina dei cinque laureati come “operatori ecologici” ha comunque fatto scoppiare una polemica che ha coinvolto l’ufficio d’igiene di Jinan, nella provincia dello Shandong. Per tantissimi cittadini i vincitori del concorso, laureati in architettura, diritto e contabilità, avrebbero dovuto ottenere posizioni di maggiore responsabilità. Immediata la replica di un portavoce del governo: “Iniziare dal basso non significa restarci per sempre. Non appena si libereranno delle altre posizioni i vincitori del bando potrebbero esser promossi e passare a mansioni più gratificanti”.
(fonte tiscali.it)
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